Città d’arte nel nord delle Marche

urbania

Nella provincia di Pesaro e Urbino, dirigendosi dalla costa verso l’interno si incontrano centri che respirano ancora oggi dei fasti rinascimentali, legati alla presenza nel territorio di alcune tra le signorie più importanti d’Italia: i Malatesta, originari di Pennabilli, i Montefeltro, originari di San Leo e i Della Rovere.

Pesaro la Pisaurum dei Romani, già abitata dai Piceni, fu sede della Signoria dei Della Rovere fino al 1631, anno della devoluzione dell’intero Ducato allo Stato Pontificio. Il Palazzo Ducale, la Rocca Costanza e i tesori racchiusi nei museo evocano in maniera compiuta la dimensione signorile e di corte raggiunta in città, che a Urbino si incarnò in maniera perfetta nel Palazzo Ducale voluto da Federico da Montefeltro. Formatosi in gioventù nella corte gonzaghesca di Mantova, Federico riuscì a cambiare la fisionomia naturale e urbana di una città “segnandola” per sempre con il Palazzo Ducale, aperto con i fiabeschi “torricini”, verso la strada che da Urbino conduce a Urbania e da qui in Umbria e in Toscana. Dal 1912 il Palazzo Ducale ospita la Galleria Nazionale delle Marche, che custodisce capolavori dell’arte di ogni tempo, con opere di Raffaello, Piero della Francesca, Tiziano, Paolo Uccello, ecc.

Il Palazzo si raccorda idealmente agli altri edifici nati su iniziativa Ducale come il mausoleo dei Duchi di S.Bernardino e il Convento di S.Chiara, ideati e – nel caso delle reggia di Federico – ultimati da Francesco di Giorgio Martini. Su indicazione del Duca, l’artista senese provvide a sistemare anche il Palazzo Ducale di Urbania (l’antica Casteldurante delle maioliche) pensò la struttura originaria del Barco Ducale, residenza di caccia dei duchi, e impresse il suo genio nel Palazzo della Regione, oggi sede del Municipio durantino.

Francesco di Giorgio Martini costellò inoltre il Ducato di fiabesche rocche di ordine difensivo, scrigni intatti di fatti e memorie storiche: a San Leo, il forte dove fu tenuto prigioniero e mori il Conte Cagliostro “il più bello e il più grande arnese di guerra della regione” che si erge imponente sulla sommità delle rupe (a 639 m. s.l.m) dalla quale derivò il nome di Montefeltro (l’antico Mons Feretris o Fretrius); a Mondavio la poderosa rocca, racchiusa da un’antica cinta muraria dove è allestito il Museo di Rievocazione Storica e Armeria; a Cagli la possente rocca di cui resta solo il maestoso torrione ellissoidale e il segreto passaggio sotterraneo, oggi sede di un Centro di Scultura Contemporanea; a Sassocorvaro, la rocca ubaldinesca dove furono custoditi e salvati 10,000 capolavori durante l’ultimo conflitto mondiale e che attualmente racchiude il nuovo museo dedicato alle opere d’arte in pericolo, la cosiddetta “Arca dell’Arte”.

A poca distanza dalle numerose fortezze martiniane, si erge la grandiosa rocca di Gradara, eretta dai Griffo e rimaneggiata dai Malatesta e dagli Sforza, ricca di affreschi rinascimentali e dei ricordi di amore di Paolo e Francesca di dantesca memoria.

In questi luoghi è ancora possibile assaporare un’atmosfera medioevale passeggiando nel borgo, o lungo la cerchia muraria, con i torrioni e torricini quadrati irti di merli.

Un’altra testimonianza della potenza della famiglia Malatesta, nella regione Marche, è il Palazzo omonimo, situato nella centrale Piazza XX Settembre a Fano, dove abitarono fino al 1463. Questa città conserva ancora molte tracce delle origine romane, come il grande Arco di Augusto, porta della famosa ed antica Via Flaminia. Da segnalare il Palazzo della Ragione, la Corte Malatestiana, la Chiesa di San Paterniano e la Basilica Cattedrale.

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