Il paese si stende in longitudine lungo le pendici meridionali dell’omonimo monte, a 748 metri di quota, ed è una “stazione climatica”: accoglie numerosi turisti in estate grazie al suo clima particolarmente mite e asciutto. In inverno invece è possibile praticare lo sci e lo snowboard nelle rinnovate piste del Monte Carpegna. Il territorio del comune è interessato dal Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello di cui è la sede capoluogo. Una fitta rete di sentieri ben segnalati permette delle escursioni sempre interessanti.
Al centro del paese si erge imponente il palazzo dei principi di Carpegna Falconieri, progettato dall’architetto romano Giovanni Antonio De’ Rossi per il cardinale Gaspare di Carpegna. Il palazzo, iniziato nel 1675 e terminato dopo oltre venti anni, è ispirato alle ville fortificate di matrice fiorentina e alle grandi residenze signorili della Campagna romana. È tuttora abitato dai discendenti della millenaria famiglia ed è rimasto pressoché intatto dopo oltre 300 anni, un incendio e qualche forte scossa di terremoto (1781). Al suo interno sono custoditi arredamenti d’epoca, l’archivio, che conserva carte e documenti originali dal medioevo in poi, e la cappella di famiglia.
Storia
Carpegna è il nome di un abitato, di una montagna (il Monte Carpegna), di un territorio (la Carpegna) e di un’antica dinastia (i conti, dal 1685 principi di Carpegna), che condivide la stessa origine dei conti di Montefeltro e duchi di Urbino. Una leggenda riportata dal Valli racconta che un Armileone Carpegna nel 466 riceve in dono per i servigi prestati ad Odoacre il dominio sul monte che prenderà il suo nome. Nel 962 un conte Ulderico di Carpegna riceve dall’imperatore Ottone la conferma sulle terre di dominio e di altri feudi in Montefeltro e Romagna che ne legittima il titolo di feudo imperiale (documento poi rivelatosi falso). Le giurisdizioni dei conti di Carpegna, situate tra il Montefeltro, la Massa Trabaria e la Valtiberina, a cavallo della dorsale appenninica, arrivarono nel medioevo a comprendere alcune decine di castelli. In età moderna erano costituite da otto castelli, di cui quattro erano compresi nella contea di Carpegna e altri quattro nel principato di Scavolino. Si trattava di Feudi Imperiali, cioè di territori praticamente indipendenti, autonomi dagli stati confinanti (lo Stato Pontificio, il Ducato di Urbino, il Granducato di Toscana). Questi feudi imperiali di Carpegna rimasero in vita fino al 1819, quando furono devoluti al papa. Nel 1463 alla morte del conte Francesco, gli eredi si dividono i possessi della contea, originando le due linee dei conti di Carpegna di Castellaccia e di Carpegna di Scavolino Gattara.
Nel 1670 il cardinale Gaspare (1714), divenuto molto influente nella corte romana, riesce a vedersi riconoscere la contea e notevole autonomia. Erige come sua sede oltre il palazzo a Roma, una imponente residenza nel paese. La contea ha così un mulino per la produzione di polvere da sparo che le incrementa notevoli entrate, riceve il privilegio papale di commerciare il sale acquistato a Rimini allo stesso prezzo di ogni altro stato sovrano, incrementando così il commercio del sale e di altre mercanzie tra la costa riminese e la Toscana. I conti si accordano con la vicina Repubblica di San Marino che, a grazie ai loro privilegi presso la corte papale, riesce a mantenere una propria effettiva indipendenza anche se mai rivendicata espressamente. Il nipote Francesco X Maria è tuttavia, privo di discendenza maschile e nomina suo erede il nipote Antonio, nato dal matrimonio della figlia Maria Laura con il marchese Mario Gabrielli di Viterbo. Ma l’imperatore Francesco I di Lorena, indispettito in qualità di granduca di Toscana, vuole far rispettare l’accordo del 1490 con Firenze, ove si sanciva il trasferimento della sovranità sulla contea alla Repubblica fiorentina in caso di estinzione maschile della famiglia.
Così il 10 giugno 1749 108 soldati toscani invadono Carpegna. Ma presto la Francia prende le parti della Chiesa che protesta contro l’aggressione i territori da lei rivendicati a cui si affiancano anche il regno di Sardegna e la Spagna per sostenere l’autonomia del feudo. L’imperatore, trovatosi diplomaticamente isolato, dopo qualche anno di incertezze, ritira le sue truppe nel 1754 e il conte Antonio Carpegna Gabrielli diviene l’effettivo possessore della contea fino all’espropriazione napoleonica del 1807. Temporaneamente riacquistata nel 1814, la contea è definitivamente ceduta alla Chiesa dopo notevoli pressioni e minacce da parte della corte pontificia.
Carpegna ebbe un suo momento di celebrità nel 1970 per il misterioso fenomeno delle campane della chiesa di San Nicolò (XVII secolo) che inspiegabilmente suonavano pur rimanendo immobili. Lo strano fenomeno, che attirò curiosi e studiosi, cessò nel 1971 e non si ripeté più. Il suono delle campane è rimasto piuttosto oscuro nel suo svolgersi poiché ogni testimone riferiva il fenomeno in maniera differente, impedendo di chiarire lo svolgimento dei fatti. La Chiesa ha da subito rifiutato il riconoscimento di “miracolo” nel fenomeno, visto che non ha prodotto guarigioni inspiegabili o episodi simili. La scienza, d’altra parte, non ha fornito alcuna spiegazione plausibile, né che si trattasse di uno scherzo, né che fosse un fenomeno acustico altrimenti spiegabile, visto che la possibile polarizzazione del suono è una scoperta recentissima. La località è famosa anche per il suo tipico prosciutto di Carpegna.
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