Da Pontedazzo al Monte Morcia
Dalle case di Pontedazzo prendere la vecchia Flaminia verso Cagli, per poche centinaia di metri fino ai segnali SI 75 sul muretto sulla destra. Si inizia con una ripida rampa per poi salire a zig zag tra i pini, ricorrente la robinia, qualche ailanto. È un tratto molto tortuoso. Il bosco, aumentando la quota, cambia aspetto con la comparsa di roverelle, cerri, ornielli e aceri campestri. Terminata la salita, al bivio con il SI (0,30) che scende a Cantiano, prendiamo a sinistra il largo viottolo, toccando una prima fonte. Il passaggio al piede di una alta parete rocciosa prelude all’arrivo alla fonte di Fontelalama (0,50). Dopo la fonte il sentiero attraversa una macchia bassa di ginestre e rosa canina prima di alzarsi sui prati dove diventa in qualche punto traccia incerta.
Spostandoci sulla sinistra ci si può affacciare sulla valle del Burano con vista verso Cagli (1,15). Il sentiero accompagnato da segnali su alberi attraversa tutto il versante toccando macchie arbustive, raggruppamenti arborei e tratti di erba alta. La traversata si conclude sul ciglio panoramico verso Cantiano e la valle di Fonte Peschiera (1,40). Da questo punto non si può fare altro che salire seguendo la linea di recinzione, alzandoci verso i prati del Tenetra. Si raggiunge ben presto il rilevato della strada del Catria, su un tornante (2,10). In questo punto, attraversata la recinzione, si prosegue il panoramico margine, godendosi il panorama e le memorabili fioriture primaverili.
La risalita si conclude in corrispondenza del cocuzzolo occupato da un serbatoio recintato, punto caratteristico e di riferimento visivo per una larga zona circostante (2,25). Da qui si scende ad attaversare la strada (con passaggio sul recinto) fino alla sella del Monte Morcia, incontro di altri sentieri (2,30).
Da Acquaviva al Monte Morcia
Si attraversano per il primo tratto le case di Acquaviva. Superato il bivio che sale alla strada del Catria, si seguono le indicazioni di un cartello “Monte Morcia/Calamello”(0,20). Il sentiero ci porta al ponte medievale non percorribile, invaso dalla vegetazione. Si risale alle case di Caberto dove si prende la strada di uso forestale che va verso la Val Canala.
Dopo circa 400 m si inizia il sentierino che sale sulla sinistra in mezzo a ginestre ginepri ed elicrisi. Una svolta secca a sinistra ci porta in mezzo a piante di leccio fino a raggiungere un muro a secco (0,40) antica testimonianza del confine degli Usi Civici della comunità di Acquaviva. Qui si gira a destra prendendo i prati ondulati ed erbosi. Il sentiero sottile taglia tutto il pascolo in leggera salita. La vegetazione è quella tipica con ginestre, biancospini e prugnoli. In terra fiori di sferracavallo, elicriso e timo. La salita sul versante che guarda alla Val Canala ci porta su una sella (1,05) dove si piega a sinistra verso un esemplare di olmo in corrispondenza del quale si gira a destra imboccando un largo ed infossato tratturo che sale (sulla sinistra in basso, un abbeveratoio).
Ci troviamo in un pascolo sfruttato, ricco di nitrati che determinano l’abbondante fioritura di un fiore bianco, il “latte di gallina” (Ornithogallum umbellatum). Saliti ad un panoramico poggetto (1,20) dal quale l’occhio può spaziare su gran parte della terra pesarese e fino al mare, si cambia ambiente e lo stradino pietroso prende a salire tra i carpini, qualche faggio e aceri minori. In questo tratto oltre a felci e edera ecco l’epatica (Epatica nobilis) che riserva solo a pochi la breve fioritura di otto giorni alla fine dell’inverno. Una secca curva a destra ci porta a percorrere un tratto ripido che si smorza in un allargamento del terreno in corrispondenza dei segnali “Sentiero Frassati. In terra è qui possibile osservare numerosi esemplari della orchidea Dactylorhiza fuchsii.
Un ultimo tratto in salita, all’ombra di alti faggi ci conduce alla fonte Pian di Troscia (1,45). Oltrepassata la recinzione sopra la fonte (ancora segnali SF) ci aspettano alcune svolte ripide su un fondo erboso. L’attraversamento di un breve tratto di faggeta ci porta ad una radura, punto di incontro con il sentiero 62 che scende a Valpiana (2,05). Ci aspetta la salita della dorsale del Monte Morcia, in compagnia dei faggi. La parte finale prima della sommità avviene in ambiente scoperto con sofferti esemplari di carpino, orniello, sorbo montano. In terra abbondante la ginestrina stellata (Genista radiata) e la poco comune rosa di macchia (Rosa pimpinellifolia). Il Monte Morcia si taglia sul versante sinistro fino ad arrivare alla sella, punto di incontro di altri sentieri (2,30).
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